IDROSOFIA. Filosofia, Teologia E Poetica Dell'acqua
Come lAutore scrive, il tema dellacquami zampillavanel cervello da molti anni. Avrebbe voluto, egli, sviluppare largomento da un punto di vista filosofico, teologico e poetico. La sua Prefazione, scritta nel febbraio 2005, due mesi prima della sua morte, sembra renderlo consapevole che non avrebbe potuto n concludere, n vedere alla luce, ci chegli chiamava lultima mia fatica. Lamore per lAcqua risale ai suoi studi sullorigine della filosofia chegli vedeva svilupparsi nelle grandi civilt fluviali dellEgitto e della Mesopotamia, l dove a destar meraviglia non era solo il sole con la sua nascita ed il suo tramonto, ma soprattutto il grande fiume che donava fertilit ai campi e vita agli uomini. Negri, ricordava un mito scritto in accadico della prima met del secondo millennio a.C., che raccontava come allinizio vi era stato il caos delle acque dolci Apsu, delle acque salate e del mare Ti amat, e delle acque, forse, in forma di nubi e di nebbia Mummu.Il suo intento comegli precisa era quello di percorrere i luoghi dacqua facendo leva sul trittico filosofia, teologia e poetica che chiamava fluenze teoretiche, con un procedere per contrapposizione, per confronto, quasi a voler imitare il movimento proprio dellacqua che quello dello scorrere incessantemente. Come dimenticare, nella sua disamina, Talete, Esiodo, Empedocle, il prologo di S. Francesco, il fiume del tempo in S. Agostino e Lucrezio con la sua descrizione delle trombe marine, in letteratura Goethe, Baudelaire, Joyce ed i riferimenti a quei romanzi basati sulluomo e il mare, ed infine, purtroppo, solo il frammento su Empedocle e Freud.Il valore del testo negriano non da intendere solo come ultimo lascito dello studioso, bens come un nuovo ed originalissimo approccio che vede nellAcqua, cantata soprattutto nella poetica e trattata nella teologia, in una nuova ottica, di cui purtroppo ci permangono pochi capitoli, ma sufficienti per capire gli interessidi grande respiro dun filosofo, appunto, come Antimo Negri che avrebbe meritato pi tempo per completare il suo lavoro ma, come si sa, il tempo non aspetta i mortali.Come Scrivere un Libro, la Casa Editrice Edizioni Paguro un'Associazione Culturale e Casa Editrice con sede a Mercato San Severino in provincia di Salerno che nasce con lo scopo di praticare e propagandare tutte Ie attivit di natura culturale ed intellettuale legate al tessuto sociale, culturale, artistico ed economico. Edizioni Paguro cura la redazione e I'edizione di libri, testi e riviste che trattano ogni campo del sapere, tanto umanistico quanto scientifico. Pubblica volumi di carattere accademico e non in materia di arte, diritto, economia, filosofia, sto ria, politica, sociologia, antropologia, letteratura, narrativa, poesia, matematica, fisica, biologia e molto altro ancora. Edizioni Paguro si impegna a promuovere, pubblicizzare, distribuire e commercializzare i diversi prodotti e servizi di natura editoria le e non realizzati e erogati per mezzo di una rete ben strutturata di canali tradizionali, reti informatiche e telematiche. All'editoria tradizionale, Edizione Paguro affianca, su esplicita commissione dei propri autori, una serie di attivit e servizi correlati quali; marketing d'auto re, produzione di materiale promozionale segnalibri customizzati, bigliettini da visita, locandine, manifesti ecc., organizzazione diretta eo indiretta di manifestazioni, convegni, dibattiti, seminari e corsi di formazione e di studio per enti pubblici eo privati, con mostre ed esposizioni di ogni genere. Edizioni Paguro fa della libert di espressione e di divulgazione delle idee il proprio credo, e sostiene, nel limite delle proprie possibilit, tutti coloro che vogliono dare inchiostro al proprio pensiero, purch lo facciano con rispetto, responsabilit e passione.
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AUTORE: Antimo Negri CURATORI: Michele Citro, Giovanni Praticò e Roberto Spirito
COLLANA: III Volume de l'Albero delle idee, diretta da Giuseppe D'Angelo
ISBN: 978-88-99509-65-1
FORMATO: 17X24 – 128 pp.
PREZZO: 15,00 Euro
Come l’Autore scrive, il “tema dell’acqua mi zampillava[…] nel cervello da molti anni”. Avrebbe voluto, egli, sviluppare l’argomento da un punto di vista filosofico, teologico e poetico. La sua Prefazione, scritta nel febbraio 2005, due mesi prima della sua morte, sembra renderlo consapevole che non avrebbe potuto né concludere, né vedere alla luce, ciò ch’egli chiamava “l’ultima mia fatica”. L’amore per l’Acqua risale ai suoi studi sull’origine della filosofia ch’egli vedeva svilupparsi nelle grandi civiltà fluviali dell’Egitto e della Mesopotamia, là dove a destar meraviglia non era solo il sole con la sua nascita ed il suo tramonto, ma soprattutto il grande fiume che donava fertilità ai campi e vita agli uomini. Negri, ricordava un mito scritto in accadico della prima metà del secondo millennio a.C., che raccontava come all’inizio vi era stato il caos delle acque dolci (Apsu), delle acque salate e del mare (Ti ‘amat), e delle acque, forse, in forma di nubi e di nebbia (Mummu).Il suo intento — com’egli precisa — era quello di percorrere i “luoghi d’acqua” facendo leva sul trittico filosofia, teologia e poetica che chiamava “fluenze teoretiche”, con un procedere per contrapposizione, per confronto, quasi a voler imitare il movimento proprio dell’acqua che è quello dello scorrere incessantemente. Come dimenticare, nella sua disamina, Talete, Esiodo, Empedocle, il prologo di S. Francesco, il “fiume del tempo” in S. Agostino e Lucrezio con la sua descrizione delle “trombe marine”, in letteratura Goethe, Baudelaire, Joyce ed i riferimenti a quei romanzi basati “sull’uomo e il mare”, ed infine, purtroppo, solo il frammento su “Empedocle e Freud”. Il valore del testo negriano non è da intendere solo come “ultimo lascito dello studioso”, bensì come un nuovo ed originalissimo approccio che vede nell’Acqua, cantata soprattutto nella poetica e trattata nella teologia, in una nuova ottica, di cui purtroppo ci permangono pochi capitoli, ma sufficienti per capire gli interessi di grande respiro d’un filosofo, appunto, come Antimo Negri che avrebbe meritato più tempo per completare il suo “lavoro” ma, come si sa, il tempo non aspetta i mortali.